6 marzo 2009

Cosa ci aspetta?



Ho trovato un articolo inquietante sul sito del Corriere della Sera.

Inizia così:

"Lavorava in Madison Avenue, alla Young&Rubicam, una dei leader mondiali della pubblicità. Ora è qui, alla «Job Fair» di Times Square, a caccia di un lavoro.

Anthony Moore è in fila davanti al banchetto del Dipartimento della Sanità dello Stato di New York. «Finché è durato è stato bello» racconta. «Ma è durato fino al 2006. Poi è cominciata la crisi. L'azienda è scesa da 1500 a a 285 dipendenti. Io ho fatto molti lavori da "free lance". Ho guadagnato quello che serve per sopravvivere a Manhattan: ho una casetta nel Village. Certo, i soldi sono pochi, mia moglie se n'è andata. Ma non ho figli, fin qui ce l'ho fatta. Adesso, però, si fa più dura ». La faccia è sofferta, scavata, ma Anthony non si sente uno sconfitto: «Ho 54 anni, un'età pericolosa, lo so. Ma ne dimostro di meno. E ci sono varie cose che posso fare nel campo della sanità con la mia esperienza di pubblicitario. Bisogna essere pratici: la salute, la cura della persona, è l'industria del futuro. E un datore di lavoro pubblico, di questi tempi, non guasta»."


Il resto dell'articolo lo trovate qui.