30 gennaio 2013

Invaderstyle, pensieri da indossare.

Approfitto di questo piccolo palcoscenico, per parlarvi di un'idea che mi vede coinvolto in prima persona insieme a Renata Prevost: una linea di prodotti (vestiti, gioielli, lampade e altro) che si chiama Invaderstyle, pensieri da indossare.

Mercoledì 6 febbraio a Milano, ci sarà la presentazione dei primi tre oggetti della linea. Ovviamente siete tutti invitati. Potrebbe essere anche l'occasione per conoscerci di persona.

L'invito è qui sotto e l'illustrazione è del grandissimo Michele Tranquillini.

Se poi qualcuno ha voglia di curiosare, può andare sul sito.
O cliccare sul "mi piace"della pagina Facebook.

12 settembre 2012

Diventare ciechi a fin di bene.

Cosa potete fare per aiutare il prossimo?
Una sega.
Le Balene sono fiere di presentarvi il primo sito porno per beneficenza.



20 luglio 2012

In che stato versa la pubblicità italiana?

Mi sento di condividere pienamente questa lettera scritta a quattro mani da Annamaria Testa e Massimo Guastini e pubblicata sul sito dell'ADCI:

Cari colleghi,
una domanda semplice semplice: come fanno le grandi agenzie, gran parte delle quali peraltro iscritte ad Assocomunicazione, a sopravvivere e pagare stipendi coi prezzi che stanno chiedendo ai clienti?
Eppure il Codice Deontologico di Assocomunicazione recita (art 7): La giusta remunerazione è l’elemento fondamentale che assicura la qualità dei servizi offerti e l’indispensabile professionalità. Il compenso è riconosciuto come l’elemento portante che regola i rapporti fra Associate e utenti. L’applicazione del giusto compenso e la difesa della sua integrità costituiscono principi fondamentali da ribadire a salvaguardia delle professionalità del settore.
C’è qualcosa che ci sfugge e, da imprenditori indipendenti della pubblicità, attenti sia alla qualità, sia alle condizioni di lavoro, sia ai conti, saremmo incantati di saperne di più.
Prendiamo, fra i moltissimi, un caso recente (Poste Italiane) che ha coinvolto diversi nomi noti. Ricordando che ci sono casi anche più imbarazzanti.
Nel caso di Poste Italiane si tratta di un incarico che dura tre anni, chiede – a detta del cliente – il coinvolgimento costante di più persone, e viene aggiudicato a circa 60.000 euro complessivi. Vuol dire 20.000 euro all’anno. Il costo, spese generali escluse, di un singolo stipendio regolare da apprendista: circa 1000 euro al mese.
C’è qualcosa che non torna. Facciamo qualche ipotesi
1. su quel lavoro, per quel cliente, verrà impiegata una singola professionalità del valore di 1000 euro al mese, e senza un centesimo di guadagno per l’agenzia
2. su quel lavoro verranno impiegate persone che guadagnano molto meno. Anzi: magari niente …ma quale professionista lavora gratis?
3. su quel lavoro verranno impiegati fior di professionisti, pagati però da più consistenti tariffe versate da altri clienti
4. su quel lavoro verranno impiegati fior di professionisti, attualmente sottoutilizzati perché l’agenzia è alla frutta, ci sono più dipendenti che clienti ed è meglio lavorare sottocosto che tenere la gente a girarsi i pollici
5. su quel lavoro si guadagnerà comunque, facendo la cresta, per esempio, sulle spese di produzione. O con qualche altro artificio poco trasparente
6. non è vero che che il lavoro chiede molto impegno di molte persone: verrà fatto a costo zero nei ritagli di tempo, alla faccia del cliente e come capita capita
7. su quel lavoro verranno persi un bel po’ di soldi… ma perché?
a. c’è il gusto di fregare la concorrenza col dumping, anche a rischio di farsi del male da soli
b. le grandi agenzie sono ricchissime e di farsi pagare tutti i lavori non gli importa un fico
c. le grandi agenzie italiane sono comunque per la stragrande maggioranza sedi periferiche di gruppi multinazionali, che fanno profitti in economie più vivaci. E agli headquarter di quel che, nel bene e nel male, succede in Italia interessa poco
Dai, cari colleghi, illuminateci con qualche altro motivo comprensibile, e migliore.
Se ce ne sono, vuol dire che avete fatto l’invenzione del secolo: il lavoratore virtuale. Gli annunci autogenerati. Lo spot automatico. Il viral che si inventa da solo. Oppure avete robotizzato l’intera agenzia.
Sì, illuminateci: noi, che continuiamo come si faceva una volta a lavorare a lungo sui brief, a investire tempo per trovare idee efficaci, a formare e a pagare le persone, siamo ansiosi di sapere che futuro, scaturito da quale meravigliosa trovata, aspetta tutti noi e le imprese italiane che continuano, nonostante tutto e in questi tempi complicati, a fare affidamento sulla buona comunicazione pubblicitaria.
(Annamaria Testa – Massimo Guastini)

24 aprile 2012

Un doodle da oro all'ADCI.

Bellissimo il doodle odierno di Google, dedicato a Gideon Sundback, l'inventore della cerniera lampo.

20 aprile 2012

E - il Mensile compie un anno: ecco l'editoriale del direttore Gianni Mura.



Questo mensile ha un anno di vita. Ci piacerebbe festeggiarlo, ma se ci guardiamo intorno, in Italia e nel mondo, c’è poco da festeggiare. I poveri sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. Mario Monti è molto diverso da Silvio Berlusconi, nei modi. Gode di buona stampa, non dà pacche sul culo, indossa il loden, va a fare la spesa al supermercato, ma noi non ci uniamo al coro di elogi. Con i salari più bassi dell’Europa occidentale e la pressione fi scale più alta, ci vuole un bel coraggio (o un brutto cinismo) a parlare di crescita, di sviluppo, di consumi da rilanciare. Le posizioni di privilegio (politica, banche, assicurazioni) non si toccano o si sfi orano appena. Ai giovani disoccupati, un esercito, si danno parole e precarietà, non posti di lavoro. I tagli al sociale sono sempre più pesanti e si ripercuotono sulla vita quotidiana di tantissime famiglie.E-il mensile è nato nel segno di Emergency per diffondere una cultura di pace. “Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un’equa distribuzione delle risorse”. Questo era scritto sul cosiddetto “manifesto di Firenze” e questo abbiamo cercato di trasferire nei nostri pezzi. Abbiamo ascoltato le voci delle donne della rivoluzione maghrebina, quelle dei ragazzi e delle ragazze seduti sul prato dell’Università di Kabul, quelle dei cittadini cinesi che chiedono conto al Potere dei suoi eccessi. Vi abbiamo proposto viaggi nella Parigi dei ribelli, nella Berlino delle ombre, ma anche sui treni dei pendolari tra Viterbo e Roma e nei pioppeti, tra Brescello e Novellara. Abbiamo documentato gli orrori del Vietnam, dove continuano a nascere bambini deformi: l’agente orange colpisce ancora, a quasi 37 anni dalla fi ne della guerra. Abbiamo raccontato, nelle storie che aprono ogni numero, di qualcuno che ha provato a cambiare, che ha lottato, che sta lottando per una realtà diversa. Ed è questo il settore di cui sono più fi ero: storie vere, che molti altri giornali trascurano. Ma più dell’anno passato conta l’anno che verrà. Grazie a chi ci ha sostenuto, in edicola o con gli abbonamenti, approvando o criticando il nostro lavoro. La sola promessa che mi sento di fare è che l’impegno, mio e della redazione, era e resta quello di fare un giornale utile e bello.Questo numero, infi ne, è dedicato a Vittorio Arrigoni e Rossella Urru, alla loro scelta di stare dalla parte degli ultimi, dei dimenticati. Vittorio è stato ucciso, ma il suo ricordo è vivo. Rossella è stata rapita e speriamo di salutarla presto, libera.

Gianni Mura - E - il Mensile 

Qui l'unofficial blog della rivista, curato da me.

26 marzo 2012

8 marzo 2012

Auguri a tutte le donne che mi leggono.

Il doodle di Google per la festa della donna.

24 febbraio 2012

Quanto mi manca Pirella.

Ecco la campagna pubblicitaria per l'ennesimo rilancio di XL, inserto mensile di Repubblica. A me non sembra niente di trascendentale, creativamente parlando. Quante volte si è già visto un concept di questo tipo? Il gruppo Espresso-Repubblica, ai tempi di Emanuele Pirella, ci aveva abituato a cose ben più interessanti.

15 febbraio 2012

Soprattutto non è una trovata pubblicitaria.

Per la serie "le nuove frontiere del marketing", a un recente post è arrivato questo commento.
Vi terrò informati sull'andamento delle vendite degli zainetti.

7 febbraio 2012

Errore da matita rossa.

Guardate in questo cartello vetrina come hanno scritto la parola NIGHT.


26 gennaio 2012

Il (primo) terremoto ai tempi di Twitter.

Terremoto del nord Italia del 25 gennaio 2012. Twitter si aggiudica la palma di sismografo ufficiale. E’ stato infatti il Social Network dei cinguettii a dare per primo la notizia del sisma. Grazie ai tweet degli internauti veneti che hanno subito cinguettato le loro paure qualche secondo dopo la prima scossa avvenuta alle o,30 circa del mattino. Io a quell’ora ero ancora alzato e avendo letto i tweet mi sono precipitato sui principali siti d’informazione nazionali ma tutto taceva. Repubblica, Corriere, Stampa. Silenzio. Ma anche il sito dell’Ansa era muto. Ecco una foto che documenta invece come Twitter sia stato tempestivo nel dare la notizia. A testimonianza di come, ormai, i Social Network stiano diventando il principale mezzo d’informazione sulla rete.

21 dicembre 2011

Cose che NON avrei voluto fare io.

Tipo questo squallidissimo banner.


















(ringrazio il mio amico Gery per la segnalazione)

Il ritorno di Gavino Sanna.

Ieri, nel dorso milanese di Repubblica, mi ha fatto piacere scoprire una doppia pagina pubblicitaria delle Cantine Mesa.

Ricordo, per quanti non lo sapessero, che le Cantine Mesa sono di proprietà di Gavino Sanna.

Ingrandite la foto e guardate il design delle bottiglie e dell'etichetta. Poi guardate la font dell'head-line.
E' tornato Gavino, un grande. E visto che si parla di vini, è tornata anche la Milano da bere.
Almeno quella pubblicitaria.

13 dicembre 2011

La Home Page di Soleluna.com dopo la tragedia di Trieste.

Ecco come appare la Home Page del sito soleluna.com, il sito di Lorenzo Jovanotti, dopo la tragedia di ieri a Trieste in cui ha perso la vita Francesco Pinna, operaio di vent’anni.


24 novembre 2011

La casalinga di Valencia alle prese con i simbolini dei Social Network.

Questo post è la diretta conseguenza della lettura di quest’altro post trovato sul blog di Alessandro Cosimetti in cui si parla di un produttore spagnolo di latte, la Central Lechera Asturiana, che ha stampato sulle confezioni dei suoi prodotti la scritta: “Seguici su Facebook e Twitter”.
Così adesso la signora Carmen, casalinga di Valencia, farà ancora più confusione con quei simbolini. Però, forse, anzi quasi sicuramente, i suoi figli Pedro e Concita le spiegheranno tutto.
A proposito: potete seguire anche voi la Central Lechera Asturiana su Facebook e su Twitter.